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Il Salone del Gusto di Torino ricerca l’olio della Valle Roveto: unico Presidio Slow food della Marsica

Oggi è il giorno fatidico di apertura del Salone Internazionale del Gusto ‘Terra Madre’ di Torino. Fra i 16 Presidi Slow Food presenti della Regione Abruzzo, spicca anche l’olio ‘buono’ della Valle Roveto, riscoperto grazie all’Associazione locale ‘La Monicella’, nata dieci anni fa per creare un brand che sappia di storia e di coltura culturale assieme.

L’olio del vicino, questa volta, non è più verde. L’Associazione della Valle Roveto ‘La Monicella’, capitanata dal presidente Antonio Di Rocco, è attesa, in qualità di Presidio Slow Food per l’olio, al Salone del Gusto Terra Madre di Torino. Una sfida internazionale, questa, che vedrà impiegato uno degli ori più prestigiosi e pregiati della Regione Abruzzo, quale l’olio locale. Un progetto che sa già di brand, inoltre, quello della Valle Roveto, che ha avuto anche il merito di togliere dall’ombra Comuni come quello di San Vincenzo Valle Roveto, base operativa dell’Associazione. L’olivicoltura, invece, dal canto suo, è una dote del territorio rovetano risalente addirittura al 1500. Il progetto ‘adotta un ulivo’ nella Valle Roveto, infine, permetterà a chiunque di rendersi protagonista di questa bella storia naturale e genuina, firmata dalla penna della fiducia riposta in un territorio.

Il presidente dell’Associazione ‘La Monicella’, quindi, vero scrigno di tesori per quel che riguarda e che ha riguardato la rivalutazione in chiave positiva e propositiva delle terre rovetane, parla, ad oggi, di successo, di esperimento e di ritorno ad una terra che, alla fine, tratta sempre bene la mano umana che sa il fatto suo. «Fondamentale – dice – nel nostro progetto di riscoperta turistica degli ulivi, è lo sviluppo del territorio circostante legato ad un concetto di turismo sostenibile. Ciò risulta essere un tassello fondamentale per far sì che una terra acquisti una sua vocazione specifica, la quale al centro abbia: storia, tradizione, coltura e cultura di un luogo preciso. Riguardo a ciò – continua il presidente – abbiamo dato vita anche a dei progetti importantissimi, però, ora come ora, ciò che ci preme più di tutto il resto è il riconoscimento del nostro olio che è divenuto da quest’anno Presidio Slow Food».

La grande particolarità dell’olio de ‘La Monicella’, che acquista, per così dire, il suo nome di battesimo proprio dalla tipologia dell’oliva locale, risiede nel fatto che si tratta di una pianta molto resistente ai parassiti dell’agricoltura e ai parassiti tipici dell’olivicoltura. «Nella nostra zona – continua – non si pratica, ad esempio, la lotta fitosanitaria per le caratteristiche di questa nostra pianta, peraltro, resistentissima al freddo».

L’olio ‘La Monicella’ è l’unico presidio slow food della zona marsicana d’Abruzzo, quindi «a Torino – specifica il presidente Di Rocco – andrà, innanzitutto, a rappresentare la Regione e, in secondo luogo, anche la Marsica, dato che non esistono, ad oggi, altri presidi slow food in zona. Avere il riconoscimento del Presidio, non significa solo che il prodotto è ottimo dal punto di vista qualitativo, ma anche che, dietro, c’è una corretta pratica dell’agricoltura, nel senso del rispetto dell’ambiente e del territorio intorno. Per noi, l’olio è un fiore all’occhiello da mostrare a tutti».

Quanta ricchezza e quanto prestigio porta, alla Valle Roveto, l’olio? «I numeri sono più che buoni. – afferma, in conclusione, il presidente – In questi dieci anni di vita dell’Associazione, infatti, l’olivicoltura è divenuta l’attività economica più importante della Valle Roveto, in quanto riesce a muovere l’indotto più di 2 milioni di euro all’anno. Dieci anni fa, ad esempio, i frantoio erano tre mentre ora ne sono sei. Questa attività di trasformazione coinvolge 15 aziende territoriali, che imbottigliano e vendono l’olio con il logo biologico».

Per il futuro, la promessa prende i connotati di una più stretta vicinanza con il Parco Nazionale d’Abruzzo, dato che il territorio rovetano ricade proprio nella protezione esterna dell’Ente Parco stesso. «Quest’ultimo – chiosa, a margine, Antonio Di Rocco – tempo fa, ha dato atto ad un regolamento specifico che afferma che ‘i prodotti che vengono realizzati nella zona di protezione esterna del Parco, possono usufruire del logo creato appositamente. Per noi, avere il logo del Parco Nazionale d’Abruzzo potrebbe essere un valore aggiunto in più».

Articolo di Gioia Chiostri (originalmente pubblicato su www.infomedianews.it).

1 Comment

  • francesco.basciani Posted December 13, 2016 8:18 am

    Unico presidio Slow Food della Marsica…Non male come riconoscimento!!

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